
Testi e pensieri
Quando ha iniziato a picchiarmi non riuscivo più a sentire i suoni e a causa di questo il dolore era diventato diverso. Non era più un dolore fisico su di me. Era esterno. Lo vedevo fuori, in alto, sfocato in mezzo alle lacrime, che mi guardava cadere a terra mentre tutto era in silenzio e io lo fissavo.
“Io sono la vita autentica”. E’ la sola cosa che ho sentito prima di sbattere la testa.
Le incomprensioni che ci sono state quando ero ragazzo me le sono sempre portate dietro perché non le ho mai capite, e per compensarle quando ero ragazzo prendevo il volo sopra il lago facendomi schiacciare dal frastuono dell’aria ghiacciata per fare poi ritorno a casa la sera tardi quando tutti voi eravate già a dormire.
Era sempre notte di giorno, dalla scomparsa di Babbo Natale, era sempre notte tutti i giorni.
Ti abbraccio amico mio, che siamo congiunti nelle avversità. I nostri padri sono da poco partiti per costruire una casa dove loro ci accoglieranno quando anche noi viaggeremo nell’universo. E spero che saremo nella stessa via e che magari faremo il viaggio insieme proprio come ci capita in vita, per non perderci come era accaduto in passato quando eravamo soli
Dan! Si è spezzato! Dan corre verso il pannello per dare l’allarme, ma è troppo tardi. Dallo schermo si vede il tubo muoversi freneticamente nel vuoto e gridare ossigeno bianco che si disperde mentre mio padre scompare nell’oscurità
A un tratto alzo gli occhi
Persone immobili
Solo un forte vento
Che muove gli alberi
E dovrebbe far rumore
Invece c’è il silenzio
Sembra che non arriverà
più il sole
Aspetterò insieme a te
Qualcosa accadrà
Ma forse sono io quello immobile
Intorno un forte vento
Che grida il mio nome
Io non rispondo
Di neve sono i miei occhi
Sembra che non arriverà
più il sole
Aspetterò insieme a te
Qualcosa accadrà
Quando è arrivata l’onda ho chiuso gli occhi per farle capire che ero pronto. Lei mi ha abbracciato e poi si è disintegrata in milioni di stelle d’acqua. Ho riaperto gli occhi e ho visto per un momento la mia terra ma è scomparsa subito, perché il sole asciugava le stelle e il vento che innescava la violenza era solo di passaggio per questo mare
i volti di tutte quelle persone aspettano te
tu perso e a disagio in mezzo agli sguardi
ossessionati dal tuo silenzio senza senso
che resiste e resiste, finché la rinuncia sostituisce l’attesa
e tu ricominci a respirare
Privato abisso psicologico invisibile, nero come le vertigini calde nella pancia, che sale ogni giorno, che quando è finito c’è la pioggia a purificarti, e il senso di colpa a perdonarti, e la tua casa ad accoglierti.
Privato abisso interiore spara pensieri di fuoco che bruciano gli occhi, che diventa nero il sole, che gli amici si preoccupano perché tu smetti di parlare mentre guardi il punto invisibile.
Privato abisso intrappolato costretto lui a restare dove nessuno lo vedrà mai e nessuno lo capirà mai tranne te, e nessuno potrà mai comprendere te – che restavi incantato sotto lo splendore della sua luce.
Oggi è il terzo giorno che il sole non tramonta. Dan me l’aveva detto che bisognava impegnarsi e andare a dormire seguendo l’orologio.
Invece sono andato a caso e questa notte ero in spiaggia, sdraiato sotto il sole ad ascoltare i gabbiani impazziti. Mi sono addormentato e ho dormito molte ore. Mi ha svegliato l’urlo di un’onda gigante. In piedi ho guardato dietro: tutto è identico a ieri. In piedi ho guardato il mare: è sempre la mia regina.
Io: “Oooooo!!! Ooooooo!!!”
Mi sentirà la mia regina, mi manderà un segnale, mi dirà cosa devo fare adesso
Non era un animale quella vita che ascoltava la fisicità del buio, la lucidità del presente, posata sulla terra in attesa della luce del giorno. Non era un animale, ero io, costretto ad alzarmi prima del tempo, costretto a fuggire dalla verità
Viaggiare dentro se stessi anima la creatività.
Il presente è l’unico momento reale.
Se ti celebri e ti commemori, sei entrato nella ruota.
E corri, corri, corri. E mai arrivi, come il criceto.
Hai ucciso i tuoi amici, sei stato tu e non lo sapevi.
Eri rimasto solo sulla cima della collina e guardavi il cervo.
Lui non sbagliava come avevi fatto tu.
Lo rispettavano tutti perché era sincero.
Tu invece non eri sincero.
Tu vivevi la vita finta che immaginavi nello schermo.
Ecco come li hai uccisi i tuoi amici.
Quando eri il cervo si vedeva un mostro.
sono bello come l’alba nella campagna
una goccia di mattino che si sveglia
mi stiro e mi stacco dal letto di foglia
e inizio a cadere
tempesta di suoni mi deforma di continuo
il cielo e la terra si scambiano di continuo
mi apro completamente e abbraccio la vita
sembra infinita
poi un intruso nasconde la luce
e vedo me stesso trasparente che cado
non mi ero ancora visto fino ad ora
non mi immaginavo
il buio scompare e tutto ritorna
tempesta di suoni mi deforma
mi guardo intorno per sapere cos’era
e vedo una goccia straniera
io non la guardo preferisco volare
ma lei mi raggiunge e si unisce a me
però la terra è così vicina
e tutto ritorna come era prima, di me
come sei bella porta di luce
viola riflessa sulle tende
mare circonda la mia stanza
come sei bella speranza
Entrate nella grande stanza
Illuminata di speranza
Io sono ad aspettare
Ma non sei mai tu ad entrare
Sono passate tante ore
Giro la testa verso il giardino
Bianco lontano un cerchio avanza
Diventa enorme mi immobilizza
Bianco spazio spinge intorno
Suono fuoco grida intorno
Aria sciolta dalle fiamme
Il fuoco diventa gocce
Il giorno dopo corpi grigi
Spia il sole dietro la tenda
Illumina te vicino a me
Ma tu non vivi
Tu non sai niente ed io non so niente
Troppo lontano e troppo spaventoso è un abbraccio
Gli occhi contro il sole si chiudono e il sole non si accorge di nulla
Così bello e terribile sopra il campo d’oro dove sono sdraiato